Con questo post iniziamo una serie di articoli sul tema dell’ email marketing.
Daremo le risposte alle seguenti domande:
- cos’è l’email marketing
- come funziona l’email marketing
- perché dovrei usare l’email marketing
- quali strumenti usare
- come implementare un flusso di email automation
Molti che lavorano nelle affiliazioni o più in generale del web marketing, sottovalutano il potere dell’email marketing.
Alcuni puntano tutto sul SEO, altri su funnel più o meno complessi basati su tracciamenti vari per fare remarketing e/o retargeting.
Tutto giusto, niente da dire.
Ma poter contare su una lista di contatti, ben targettizata e segmentata, non ha prezzo!!!
Di certo avrai sentito l’espressione “money are in the list”.
Ed è proprio su questo principio che si basa l’email marketing.
La lista fa riferimento ad un’elenco di email di persone interessate ad un certo argomento o ad un certo genere di prodotto o servizio.
Essere in possesso di un’elenco di email di questo genere può rivelarsi una miniera d’oro.
Ecco perché dovresti iniziare prima possibile a creare una lista email. Ed è proprio per questo motivo che voglio spiegarti come fare e da dove iniziare.
Ma procediamo con ordine e partiamo dalle basi.
Prima di continuare voglio lasciarti il link di iscrizione al tool di email marketing che utilizzo da tre anni a questa parte GetResponse ⬇️⬇️⬇️
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Un ultima cosa prima di cominciare …
Visto che questo post è molto lungo (oltre 2000 parole) qui sotto ho inserito il sommario degli argomenti contenuti:
Email marketing: cos’è?
Con il termine email marketing si fa riferimento a tutte quelle strategie di web marketing che vedono come protagonista l’email.
L’utente viene “agganciato” (hooked) tramite il proprio contatto email.
E’ importante capire che l’attività di acquisizione del contatto o la “lead generation” come si dice in gergo, deve avvenire in maniera spontanea.
Il principio è semplice.
✅L’utente deve percepire la qualità dei nostri contenuti e inserire il proprio contatto volontariamente, senza forzature o pratiche di persuasione troppo estreme.
❌Niente email raccolte tramite scraping selvaggi o tecniche poco etiche di acquisizione.
Non avrebbero senso e finirebbero per farti finire in spam. O peggio ancora potrebbero rovinare la tua brand awareness facendoti sembrare un scammer.
La brand awareness è la cosa più preziosa che hai sul web, non dimenticarlo. E’ la tua credibilità. Rovinarla potrebbe essere un processo irreversibile.
Prova a pensare a come ti senti quando ti rendi conto di aver ricevuto una email su un argomento per il quale non hai il minimo interesse.
Sono sicuro che ti capita ogni giorno, consultando le email in arrivo, di trovarti di fronte un messaggio il cui mittente o soggetto ti risultano sconosciuti.
Piuttosto fastidioso non è vero?
Chiuso questo doveroso inciso sulla brand awareness possiamo andare avanti.
Come si fa email marketing
Per fare email marketing la prima cosa a cui pensare è munirsi degli strumenti adatti per collezionare email.
Ricordi? Money are in the list.
Ma prima ancora bisogna pensare a dare una risposta alla domanda delle domande:
“Come facciamo a convincere qualcuno a darci il suo contatto email?”
C’è un solo modo per farlo. Dare contenuto. E darlo di qualità.
Per questa occasione c’è un’altra frase ricorrente che si sente dire spesso: “Content is the King”
Bisogna offrire al potenziale contatto un pretesto affinchè questi possa pensare che l’inserimento della sua email nella nostra lista rappresenti un valore aggiunto per lui.
Ci sono diversi modi per creare un flusso …
In questo post vedremo gli esempi di email marketing più comuni:
- Invitare I visitatori a iscriversi alla newsletter per essere sempre aggiornati sui nuovi contenuti del blog
- “Promettere” il download di un contenuto speciale in cambio dell’ email di contatto
Diamo però prima un occhiata agli “attrezzi del mestiere”, gli strumenti necessari per implementare flussi di questo genere.
Email Marketing tool
Vediamo quali sono i migliori tool per creare delle campagne di email marketing
Prima però scopriamo quali caratteristiche dovrebbe avere una piattaforma di email marketing per essere considerata tale.
Di seguito, le principali funzionalità cui non si può di certo rinunciare:
- Creazione di form di opt-in
- Gestione di liste di contatti
- Invio di newsletter
- Funzioni di autorisponditore
- Automazioni
- Segmentazione (tramite tag)
- Statistica e reportistica
Ci sono diversi servizi di email marketing online che implementano queste features.
Come accennato sopra io uso felicemente GetResponse.
I motivi che mi hanno portato a questa scelta sono i seguenti:
- il prezzo basso (probabilmente il più economico come si può vedere dalla tabella di confronto di sotto)
- la quantità di features di automazione disponibili (quelle di sopra e oltre)
- la semplicità di utilizzo
Inoltre i 30 giorni di iscrizione gratuita e i successivi 25€ di credito per essermi iscritto da un link si affiliazione come quello qua sotto mi hanno dato l’opportunità di iniziare a costruire la mia lista a zero spese.
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Email marketing: esempi pratici
Per capire di cosa si sta parlando farò qualche esempio pratico. “Sporchiamoci le mani” come si dice in questi casi.
L’esempio di email marketing più semplice che possiamo pensare è la newsletter.
Sono sicuro che la tua casella di posta elettronica ne è piena.
Probabilmente per molte di esse neanche ricordi quando e/o perchè hai lasciato la tua email. Eppure sei li, nella lista di qualcuno.
Com’è successo?
Sicuramente sarai capitato in un blog che ha catturato la tua attenzione perchè trattava un argomento a te caro, e sull’onda dell’entusiasmo avrai inserito la tua email nel classico form della sidebar di destra.
Quello che recita più o meno così: “iscriviti alla nostra newsletter per non perdere i nostri aggiornamenti“.
Una delle migliori strategie per imparare è fare reverse engineering. E’ il miglior modo per capire come funzionano le cose. La tua casella email per questo scopo può rivelarsi una miniera di informazioni preziose.
Un esercizio che trovo molto utile e che faccio di tanto in tanto nella mia posta elettronica consiste nel partire proprio da una delle email ricevute da un certo contatto e andare a ritroso fino ad arrivare alla prima email ricevuta dal contatto in questione.
Per fare questa operazione basta fare un ricerca per mittente come nella figura qua sotto:

Quasi sicuramente l’email con la data più vecchia sarà un’email di benvenuto. La welcome email.
E’ questo l’entry point del processo di nurturing (vedremo il significato di questo termine più giù in questo post quando parlermo di lead magnet).
Con questa tecnica è possibile “spiare” e studiare qualsiasi funnel di email marketing dei nostri concorrenti.
Voglio svelarti un trucco …Crea una casella email separata dalla tua personale e cerca di entrare in tutti i flussi di email automation che ritieni opportuno. Armato del giusto spirito di osservazione rimarrai impressionato da quante cose puoi imparare in questo modo.
Quello della newletter è probabilmente l’esempio di email automation più semplice che si può concepire.
Ora facciamo un ulteriore passo in avanti è vediamo come rendere un pò più interessanti le cose.
Parliamo del secondo metodo.
Bisognerà offrire al potenziale contatto un contenuto che possa essere percepito come veramente utile. Per il quale valga la pena inserire la propria email in un form insomma.
Si parla infatti di lead magnet, ovvero di un qualcosa che faccia quasi da “calamita” per “attrarre” i contatti.
Ecco una demo di come è fatto un form cattura contatti di questo genere:
Nella figura di sopra la cosa più importante da notare è “la promessa di un contenuto esclusivo di qualità“.
Una volta conquistato il lead il lavoro non è mica finito. Non siamo neanche a metà dell’opera.
A questo punto infatti bisognerà continuare a interessare i nostri contatti fornendogli contenuti sempre nuovi, originali e di valore, in grado di mantenerli saldamente ancorati alla nostra lista contatti.
Questa à la fase che chi si occupa di email marketing chiama “Nurtiring“. Ovvero nutrimento della lista.
La figura qua sotto mostra un esempio di flusso basato su lead magnet.
Non bisogna dimenticare che un contatto in lista può sempre uscirne attraverso il link di rimozione alla sottoscrizione che obbligatoriamente sarà presente in ogni email che invieremo.
O peggio ancora metterci direttamente in spam perchè ritiene che i contenuti che riceve da noi sono banali o contenti spam appunto.
Opt-in
Questo della welcome email è il flusso di base che implementa chiunque vuole lavorare con le email come strumento di marketing.
L’entry point è l’opt-in. Parte dal form dove l’utente può inserire il proprio indirizzo email e si conclude solitamente con l’invio di una welcome email .
Vediamo quindi come funziona questo semplice flusso di email automation per arrivare dal form al contatto nella nostra lista.
Come detto sopra i metodi che vanno per la maggiore sono due:
- newsletter
- lead magnet
Se è vero che il primo modo è più semplice, in quanto non occorre far nulla se non creare un semplice form di inserimento email, il secondo è di gran lunga più efficace in quando consente di “segmentare” il proprio pubblico.
L’argomento segmentazione meriterebbe un post a se, quindi mi limiterò ad accennarlo solamente.
Per il momento ti basti sapere che lo scopo è creare un contenuto di valore che verte su un certo argomento in modo da attrarre un pubblico interessato a quel determinato argomento.
Qualcosa del tipo “inserisci la tua email e scarica il contenuto x super interessante …“.
Questa è un’arma potentissima per fare una segmentazione più fine del nostro pubblico. Si tratta di un livello di classificazione più dettagliata rispetto all’iscrizione alla newsletter.
Mi spiego meglio.
Chi capita sul tuo sito o blog sicuramente è interessato alla nicchia di cui ti occupi. All’interno della nicchia però ci possono essere diversi argomenti più o meno “corposi”. Probabilmente tra il tuo pubblico c’è chi è maggiormente interessato ad un topic piuttosto che ad un altro.
Posizionare diversi form di opt-in strategicamente in vari punti del blog serve a dividere il proprio pubblico. A segmentarlo appunto.
Faccio un esempio.
Supponiamo che hai un blog di cucina e che i tuoi post trattano ricette di cucina, preparazione di dolci e ricette dietetiche.
Se in ognuno dei post è presente un form di opt-in dove c’è scritto qualcosa del tipo:
“inserisci la tua email per scaricare gratuitamente l’ebook di ricette dietetiche …”
E’ ovvio che i visitatori che inseriranno in quel form la loro email saranno molto interessati alla sotto-categoria ricette dietetiche. E magari a questi non interesserà nulla dei post sulla preparazione dei dolci.
Questo è più o meno il principio che sta dietro alla segmentazione del pubblico e come si può usare l’email marketing per raggiungere lo scopo.
Fare email marketing gratis è possibile?
Ci sono delle alternative gratuite, quindi in linea di massima fare email marketing gratis, o meglio con strumenti gratuiti è possibile. Ma bisogna considerare attentamente le limitazioni che contengono.
Ad esempio Mailchimp offre un piano free che si può usare a tempo indeterminato, ma con le seguenti limitazioni:
- Massimo 2000 contatti
- Campagne di autorisponditore con l’invio di una sola email in automatico
Riguardo al primo punto bisogna dire che 2000 contatti non sono pochi, soprattutto se si è agli inizi.
La cosa più limitante è però l’automation. Mailchimp offre questa feature, ma non è assolutamente paragonabile ad altri servizio di email marketing.
Autorisponditore gratuito di Mailchimp infatti non è così evoluto come quello di servizi nati proprio per questo scopo come GetResponse o altri del genere.
Il rischio è di trovarsi nella situazione di avere un prodotto che funziona, che quindi genera lead in automatico e fa crescere la nostra lista e dover trasferire la lista contatti su un altro servizio più adatto alle nostre esigenze.
L’ email marketing funziona?
Di tanto in tanto qualcuno mette in dubbio l’efficenza di funnel basati su questa metodologia, sostenendo che “l’email marketing è morto”.
Inutile dire che si sbagliano.
E’ vero che da qualche tempo hanno preso piede anche altre forme di marketing per fare lead generation molto interessanti e che sembrerebbero poter sustituire l’email come “hook” dei potenziali clienti.
I chatbot ne sono un esempio. Ma c’è un dettaglio da non sottovalutare.
Non bisogna dimenticare infatti che questi sono legati a delle piattaforme i cui proprietari sono gli unici veri detentori dei contatti e delle loro informazioni.
Ad esempio Messenger è di Facebook. Domani Mark Zuckerberg potrebbe decidere di chiudere il servizio o di metterlo a pagamento (questo forse è uno scenario più plausibile). Chi ha costruito il proprio business unicamente su quella piattaforma, di colpo perderebbe l’intera lista contatti tanto faticosamente raccolta, o si troverebbe a dover pagare per utilizzarla.
Quello che sto cercando di dire è che nel caso dei chatbot, anche se riusciamo a fare iscrivere migliaia di utenti, non saremo mai proprietari di quella lista di contatti. L’avremo piuttosto in comodato d’uso.
Ecco perchè, chi implementa strategie di comunicazione basate su chatbot punta comunque a conquistare l’email dell’utente.
A questo proposito si parla di conquistare due volte il contatto.
Ma questa è un’altra storia …